giovedì 9 ottobre 2008

Se questo è un uomo

Ho da poco finito di leggere un Libro. Uno di quei libri che ognuno di noi dovrebbe leggere.
Ho spesso pensato alla sofferenza inflitta nei campi di concentramento o sterminio o di lavoro da un punto di vista prettamente fisico, ma da questo libro ho capito e valutato la parte psicologica... la perdita di identità. L'essere svuotati della propria personalità, un pericolo ancora più grave della sofferenza fisica. Riporto qui alcune righe che ho sottolineato e chi hanno dato da riflettere in modo particolare:



"... in questo Ka-Be (infermeria), parentesi di relativa pace, abbiamo imparato che la nostra personalità è fragile, è molto più in pericolo che non la nostra vita; e i savi antichi, invece di ammonirci "ricordati che devi morire", meglio avrebbero fatto a ricordarci questo maggior pericolo che ci minaccia. Se all'interno dei Lager un messaggio avesse potuto trapelare agli uomini liberi, sarebbe stato questo: fate di non subire nelle vostre case ciò che a noi viene inflitto qui. "
Primo Levi








on air: "Beautiful that way" - Noa

4 commenti:

Rossana ha detto...

Ho i brividi.
Grazie Lidia.

Anonimo ha detto...

guarda, non so perchè ma non posso assolutamente leggere o guardare alcuna cosa che si riferisce allo sterminio del popolo ebreo, profondamente, intimamente, piango, piango con lacrime vere per la vita e l'essenza della vita persa da ognuno di loro, uomini, donne, vecchi e bambini, come animali da macello. e il dolore che mi procura lo porto con me per giorni. Mi è fisicamente impossibile farlo, capisco quello che si legge nelle poche righe riportate da Levi, anzi posso solo lontanamente immaginare!l'ultimo libro letto sull'argomento per me è stato "Ogni cosa è illuminata" di jonathan safran foer. Bellissimo e delicato...

Fastidiosa ha detto...

@Rossana: anche io sai...

@Kosenrufu mama: lo sò, capisco, l'ho letto solo ora anche io per lo stesso motivo. Fortunatamente Levi non si sofferma sulle descrizioni delle sofferenze fisiche o sui maltrattamenti inflitti dai kapo, quanto sullo svilimento mentale, sulla perdita della personalità ma in un modo quasi ottimista. E' un libro che mi ha dato forza, che mi ha lasciato un segno.
A volte, è vero, leggendo dovevo far finta che fosse una storia e non un fatto realmente accaduto, ma superati quei momenti andavo avanti proprio come ha fatto lui.
grazie del consiglio mi segno il titolo.

Royal cake ha detto...

un libro, un'opera d'arte!

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